Ronin@, 27/09/2009 18.30:
A volte penso che, molte delle regole elencate nel codice cavalleresco di Lullo ( e non solo), siano regole nate dalla disperazione del popolo. Come dice Zefiro, tutto andrebbe rivisto con gli occhi di chi viveva a quei tempi, dove cavaliere era un termine nel quale rientravano anche persone...non "pulite" si potrebbe dire. I tempi maturano, la necessità di un ideale preme, molti così scelgono una via più giusta, quella appunto di un codice come quello di Lullo.
Un abbraccio.
Se scarichi sul nostro sito le varie riviste di "Scherma Medievale" noterai che abbiamo inserito alcuni testi inerenti proprio la grande divisione storica della Cavalleria.
si deve sempre distinguere la Cavalleria Storica (nascita, sviluppo ed evoluzione) da quella Mitica, ripresa magari dai romanzi del XII e XIII secolo o del ciclo arturiano.
Evidentemente in una massa cosi multiforme di Cavalieri esiste senza ombra di dubbio una situazione intermedia dove con lo Status di Cavaliere si intende proprio chi persegue idealmentee materialmente un proprio CODICE DI ONORE.
Poi i peccatori ci son sempre stati, ma se c'è la consapevolezza di potersi migliorare giorno dopo giorno allora già stiamo un passo dentro un buon percorso cavalleresco.
L'etica Cavalleresca, cosi come la grandiosa opera di Lullo non deve essere sottovalutata. Va anzi approfondita.
La nostra Accademia di Studi Cavallereschi e Medievali si occpupa proprio di questo.
Un inchino a voi
Cap. Roberto da Amalfi
http://www.aquilabianca.org
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