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Compagnia dell'Aquila Bianca

Quando e perchè nacquero i Cistercensi ? Prima parte

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    Soundkitsch
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    Città: VAIRANO PATENORA
    Età: 38
    Sesso: Maschile
    00 02/07/2009 20:59
    E' Roberto abate di Molèsme che nel 1098 fonda a Citeaux la nuova famiglia monastica, dal ceppo antico benedettino, in contrapposizione a quella di Cluny. In seguito, per gli stessi motivi, verrà l'altra dei Trappisti.
    S. Benedetto da Norcia aveva dettato la Regola che innovava il monachesimo fatto di solitudine, preghiera e sofferenza, tutto religiosità e spiritualità. Due imperativi: Ora et Labora. Una rivoluzione.
    La Regola, dall'imperatore Ludovico il Pio (814-840), fu estesa e prescritta a tutti i monaci dell'Impero. Essa, però, non sempre a da per tutto veniva applicata e rispettata allo stesso modo. Come ogni Regola, anch'essa variava , e varia, secondo l'indole dell'abate, non veniva intesa stricto sensu, ossia secondo la lettera e lo spirito, con la equa distribuzione delle ore della giornata da dedicare alla preghiera e quelle al lavoro. Si tradiva la Regola anche con la presenza che si dava all'una o all'altra norma, non rispettando specialmente quella che prescrive le attività manuali, come l'approntare , insieme con gli altri artigiani, attrezzi agricoli per dissodare, disboscare, bonificare, ecc. e poi eseguire con i contadini quegli utili lavori per i campi e per i boschi, collinari soprattutto; o attendere alla cura della preparazione e degli inchiostri e dei colori e delle penne per miniare le pagine delle bibbie, degli evangelari, dei salteri, e delle opere classiche e scientifiche, antiche e contemporanee, salvando così patrimoni all'umanità.
    I monaci di Cluny, nel X secolo, giunsero a dare importanza minore alla seconda parola del motto - Labora -, mentre alla prima - Ora - al pregare in silenzio e in solitudine nella propria cella o coralmente nel tempio, fecero prevalere la preghiera collettiva e corale, a voce alta e stentorea, ininterrottamente, tradendo lo spirito benedettino della regola del lavoro, inteso quale liberatorio di energie e perciò salutare al monaco, individualmente, oltre che volto a produrre autonomia economica alla vita dell'abbazia. Inoltre la badia cluniacense, insieme con quelle che ne imitavano lo stile nella vita comunitaria, era divenuta sfarzosa nella chiesa e nei chiostri, comoda nei refettori e nei dormitori, e pompose erano le cerimonie religiose, cui seguiva non un pasto frugale, ma abbondante e ricco di vari alimenti.
    Tale moda si estende a tutta l'Europa cristiana latina. Le abbazie erano ormai ricchissime e potenti. Tali ammiriamo stupefatti le mirabili abbazie cluniacensi che visitiamo durante le gite turistiche: costruzioni straordinarie.
    Roberto di Molèsme, critico di quel modo di intendere e praticare la Regola, decise di dar vita ad una nuova famiglia monastica. La quale, da Citeaux nella Borgogna, dove ha sede anche Cluny, prende il nome di Cistercense, dal nome latino Cistercium. L'Ordine, per distinguersi dai cluniacensi, veste un'abito bianco, di semplice lana tessuta grezza, come segno di umiltà, che si completa con la scelta di vivere in solitudine, in luoghi selvosi, ben separati dai centri abitati, là dove la Regola può essere pienamente seguita e vissuta nello spirito che la ispirò. Rispetto al sontuoso tempio dei cluniacensi, infine, le chiese sono prive del campanile e sono nude di decorazioni, dalle alte finestre oblunghe e poco ampie filtra luce tenue e soffusa, tanta che non disturbi il raccoglimento e favorisca il fervore religioso.
    I frati, senza alcuna rinunzia al lavoro, assicurano, così, il necessario per loro stessi e l'assistenza, insieme con la protezione e l'addestramento, a coloro, contadini, pastori, artigiani, che gli si votavano.
    La diffusione dei Cistercensi, oltre e fuori dalla Borgogna, è favorita dall'opera attiva e dalla fervente predicazione di S. Bernardo di Chiaravalle, il Santo al quale Dante, nel XXXIII canto del Paradiso, fa levare alla Vergine Madre, la preghiera piu’ alta, piu' perfetta e di piu' pura e intensa forza poetica che mente umana abbia potuto esprimere. E'lui, Bernardo, che con il culto così vivo della Madonna, fa dare a quasi tutte le badie e le grange il nome di S. Maria.
    Per frà Bernardo dobbiamo sottolineare che egli s'era posto quale antagonista dei monaci grigi di Cluny, non solamente, ma s'era fatto propugnatore del proposito finale di diffondere da per tutto il Cristianesimo, anche con la forza:

    " E se c'erano nazioni pagane che rifiutavano di convertirsi, dovevano essere cancellate dalla faccia della terra ".

    Sembra di ascoltare la predicazione islamica della guerra santa. Nel campo dottrinario, la convinzione del Santo: la verità è tale sempre e comunque, non ha bisogno di dimostrazione.
    Ma non molto tempo dopo la fondazione, anche i Cistercensi incorsero in dicerie e battute gustose, rispetto alla severità di comportamento prescritto dalla Regola:

    " Si vantano di non mangiar carne, ma di tutti i porci che allevano, vendono soltanto il prosciutto; che cosa facciano del resto non lo sa nessuno, è un segreto fra loro e Dio ".

    E accade che anch'essi, nati con intento di contestazione e di ritorno alla purezza delle origini, non tardarono a trasformarsi in pilastri dell'ordine costituito e a suscitare le stesse critiche che in passato avevano rivolte agli altri; e finito il periodo di diffusione, di sviluppo e di modello di vita religioso-eremitico, soprattutto nelle grange, si ridussero a vivere nelle vaste e ricche abbazie abbellite dagli artisti piu' rinomati.




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    Ashmadaeva
    Post: 952
    Sesso: Maschile
    00 02/07/2009 21:23
    Ottimo lavoro Pierluigi.

    Puoi citare la fonte?




    http://www.aquilabianca.org
    ______________________________________________
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    Soundkitsch
    Post: 104
    Città: VAIRANO PATENORA
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    Sesso: Maschile
    00 02/07/2009 21:28
    Si, eccola

    Domenico Loffreda- Abbatia Sanctae Mariae de Ferrara in Agro Vairano. Loffredo Editore.




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    Sir Kennet
    Post: 312
    Città: NAPOLI
    Età: 42
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 08:55
    Grazie Pigi!
    finalmente un post per ricominciare ad approfondire le tematiche che ci sono care... =)
    (pare infatti che ci siamo proprio appantanati da un po' di tempo a qst parte)
    Un abbraccione,
    Giacomo
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    GianluigiBrugo
    Post: 573
    Città: NAPOLI
    Età: 40
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 12:45
    Pigi dacce la seconda parte!!

    Se aspettiamo a Roberto per avere altro materiale.... :P ;)

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    Soundkitsch
    Post: 104
    Città: VAIRANO PATENORA
    Età: 38
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 13:41
    La seconda parte è in fase di redazione, per il momento vi posto questo link, che ho trovato molto interessante, vorrei che Roberto ne certificasse la validità dei contenuti:

    http://www.angolohermes.com/

    Il sito è ricco anche di contenuti esoterici, con spiegazioni e didascalie su segni e simboli.
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    Soundkitsch
    Post: 104
    Città: VAIRANO PATENORA
    Età: 38
    Sesso: Maschile
    00 03/07/2009 14:49
    Quando e perchè nacquero i Cistercensi? Seconda parte
    Per estensione può dirsi che la società economica organizzata dai Cistercensi, con pratiche e metodi utilizzati per tutta l’Europa settentrionale, centrale e meridionale, compresa l’Europa danubiana, e, per quel che ci riguarda, il disegno e l’attività di elevare costruzioni nei punti nodali, strategici e sicuri attraverso l’Italia, dal nord all’estremo sud, persino in qualche isola, Ponza ad esempio, anticipa il mercato che con neologismo chiamiamo “Globale”.
    L’economia dei Cistercensi era attenta alle esigenze locali e si adattava alle condizioni degli ambienti dove operava. Simile era la strategia, quale la costruzione di molteplici punti di ricovero e di ospizio lungo le strade, attraverso i quali, i beni prodotti nei territori soggetti alle grange, potevano essere commerciati: funzionavano come centri di raccolta e di vendita, nei pressi dei centri urbani.
    I Monaci Bianchi , che avrebbero dovuto procacciarsi il vitto con il lavoro agricolo delle proprie mani e con la carne degli armenti, si trovarono invece , in meno di un cinquantennio, dal 1098 al 1150, a gestire non tanto il loro patrimonio, quanto ad essere promotori di crescita economica nei vari paesi in cui erano presenti, in modi, però non sempre ortodossi:

    “ I monaci non si stabilirono nel deserto, bensì trasformarono in un deserto terre già da tempo lavorate, fatto deplorato amaramente già dai loro conterranei “.

    Non dappertutto però. Furono gli interessati privilegi di re o di papi, che li sviarono. Fondamentalmente, i Cistercensi, con le loro scelte, pensando a diverso sfruttamento, e con metodi che ricordano la moderna economia aziendale, avevano sviluppato, conformemente alle condizioni economiche e geografiche e alle richieste del mercato, una forte diversificazione della produzione, che comprendeva insieme con l’agricoltura, la viticoltura, l’allevamento delle pecore e l’economia forestale. Contemporaneamente, essi alle attività agrarie associarono la promozione dell’artigianato e del commercio e di conseguenza, le operazioni finanziarie, il fondamentale del mercato.

    Grange e Curie

    Basi operative dello sviluppo operato dai Cistercensi, come accennato, furono le grange con i conversi, e le curie con i mercedari. Nelle grange i conversi erano gli addetti a tutti i lavori, essi si ponevano a servizio dell’Ordine nelle badie, nelle grange, nelle ecclesie, con molte rinunzie, alcuni per motivi religiosi, i piu’ per bisogno di sicurezza.
    Che cosa vuol dire grangia? Dal francese grange, che originariamente vuol dire fienile di montagna e ricovero di pastori, la parola passa negli Statuti dell’Ordine ad indicare la struttura isolata che deve assolvere gli stessi compiti di quella costruzione montana insieme con quelli propri della Regola; nella quale il termine grangia per i Cistercensi ha un duplice significato:

    a) ricovero di montagna isolato, adatto alla pratica religiosa tesa alla spiritualità, alla contemplazione, alla preghiera, alla ascesi;

    b) luogo da dove irradiarsi ed espandersi per promuovere le attività manuali di disboscamento, dissodamento, cura di armenti, di realizzazione di attrezzi di lavoro, di concia di pelli per calzature e basti, conservazione e trasformazione di prodotti, centri di servizio, di protezione, di istruzione e di cure mediche per pastori e contadini.

    Il grangiere ne è il custode, è lui che deve sollecitare e stimolare le attività, da quelle propriamente interne prettamente monastiche, a quelle esterne di operatività economica, per le quali gli sono d’aiuto i conversi. A queste primitive pratiche ristrette al luogo dove la grangia sorge, per i grangieri si aggiungono le pratiche amministrative, quando presto v’è l’espansione della grangia sui territori attigui. Perché una parte della gente del luogo, che dona ancora se stessa e i propri beni, ha bisogno dei Monaci Bianchi. Pastori e contadini si mettono a loro servizio in qualità di conversi, continuando a fare il loro mestiere; il contadini diventano così coloni.
    Le grange vengono in possesso principalmente di beni demaniali donati ai Cistercensi con diplomi regi, e dai feudatari locali. Campi e terreni vengono concessi per assicurare la vita alla comunità monastica, e anche perché le comunità locali possano giovarsi dell’opera dei monaci. Nel tempo, ai beni demaniali si aggiungono beni in terre e case che, con i proventi, i Cistercensi acquistano titolandoli alla badia madre. Ma si viene a costruire così, a favore dei monaci una sudditanza diffusa dei contadini, dei pastori e degli artigiani, i quali, oltre ad aver bisogno di essere protetti ed aiutati in quei tempi calamitosi e niente affatto sicuri, si ridussero a non poter oramai fare a meno di loro. Avviene pure che il lavoro sottoposto venga usato strumentalmente dai monaci.
    Le grange rappresentano , pertanto, il luogo strategico per l’insediamento sia religioso che economico di irradiamento dell’Ordine sul territorio. Esse debbono essere la reale realizzazione del – Labora – in quanto base dell’attività di coltivazione e di colonizzazione totale, e perciò previste dagli statuti. Fatto salvo il rispetto della Regola, le grange, perciò , pensate come omogenee in tutti i luoghi dove si fosse giudicato opportuno sorgessero, di fatto quelle piccole comunità dovettero adattarsi alla diversità, alle condizioni dei luoghi e delle esigenze che ad esse si venivano a porre: scegliere di sapersi adattare e conformare per influenzare beneficamente, qui vi è il segreto della loro riuscita.
    Ora, qualche considerazione sulle curie, centri importanti nell’economia e nella presenza religiosa dei Cistercensi, fatte sorgere con la sede monastica e la chiesa nelle adiacenze delle realtà urbane. Esse, assolvono il compito di centri commerciali veri e propri: stoccaggio e vendita delle merci prodotte dalle grange; acquisto di altre produzioni e beni utili; deposito degli interessi riscossi in denaro (quasi enti bancari) o in prodotti naturali; uffici per comunicazioni e per relazioni con quelli ecclesiastici e secolari di tutto quanto fosse utile alle finalità dell’Ordine e, in particolare, della badia madre e delle grange che da essa dipendevano, distribuite, come detto, in luoghi isolati dagli abitati, o ville, per non subirne la contaminazione.
    A sevizio nelle curie, come i conversi nelle grange, ci sono i mercedari, personale specializzato, diremmo oggi, nell’agricoltura, nella produzione artigianale, nella valutazioni commerciali, nelle transazioni, nelle pratiche amministrative e finanche nel diritto. Si dice d’un mercedario che fu il tipo dell’ “uomo economico”, come riteniamo chi si dedica a quelle attività, che in anteprima caratterizzava l’attività economica cistercense. I mercedari ricevono, i piu’, una mercede. Non sono religiosi, prestano le loro abilità nella curia, o sono scelti per apprenderle. In seguito porranno la specializzazione a servizio delle amministrazioni pubbliche, specialmente quando queste incominciano ad avere preminenza su quelle religiose.
    Le conclusioni degli storici sugli enti economici cistercensi sono frutto degli studi accurati sulle organizzazioni che tanto contribuirono anche ad arricchire e rendere potente l’Ordine, il quale usò le ricchezze per la costruzione di potenti badie, quasi manieri, e di chiese sontuose pur nell’austerità dello stile, come sopra ricordato, ed anche per le opere di assistenza. La ricchezza prodotta, al momento opportuno, incrementò anche le entrate per l’erario, molto esigente, di Federico II. Le quali permisero all’Imperatore la costruzione dei numerosi castelli e di altre opere, non solamente di difesa, per le terre del regno. Grange e curie costituiscono, per un tempo non breve, i punti di forza e di solidità per il potente e rispettato Ordine, molto protetto dal grande Imperatore, che ci trova la propria convenienza, ma sono anche come piu’ volte detto, un aiuto di sopravvivenza per molti.