00 06/11/2008 15:45
CITTÀ DEL VATICANO - "Uniamo i nostri sforzi per superare tutti i fraintendimenti e i disaccordi. Risolviamoci a superare i pregiudizi passati e correggere le immagini spesso distorte degli altri che anche oggi creano difficoltà alle nostre relazioni; lavoriamo per educare tutti, specialmente i giovani, a costruire un futuro comune". Questo l'appello di Benedetto XVI nel corso dell'udienza concessa ai partecipanti del Forum cattolico-musulmano che riunisce in Vaticano esperti ed esponenti delle due grandi religioni.

Islamici e cristiani devono "lavorare insieme - ha aggiunto Benedetto XVI - per promuovere rispetto reciproco per la dignità della persona umana e i diritti fondamentali" anche se le reciproche "visioni antropologiche e teologie giustificano questo in modo differente". E ancora: "Solo partendo dal riconoscimento della centralità della persona umana e dalla dignità di ogni essere umano, rispettando e promuovendo la vita possiamo trovare un terreno comune" per un mondo in cui le "differenze siano pacificamente affrontate, e sia neutralizzato il potere devastante delle ideologie".

Quindi papa Ratzinger ha levato ancora una volta la sua voce contro le persecuzioni di matrice religiosa: "I leader politici e religiosi hanno il dovere di assicurare il libero esercizio dei diritti nel pieno rispetto della libertà di ogni individuo e della libertà di coscienza e di religione". Le "persecuzioni" sono "atti inaccettabili e ingiustificabili, ancora più deplorevoli se portati avanti in nome di Dio" ha ribadito il Papa senza citare esplicitamente l'Iraq né altri paesi islamici dove manca la libertà religiosa.

Il seminario è stato promosso dal Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso in seguito alla Lettera al Papa dei 138 intellettuali musulmani, testo che chiuse le polemiche suscitate dalla condanna del fondamentalismo pronunciata da Ratzinger a Ratisbona il 12 settembre 2006. Tra i presenti anche Tariq Ramadan, noto scrittore ed esponente musulmano sostenitore di una integrazione degli immigrati nel Vecchio continente e della nascita di un Islam europeo con connotati propri.

Il Papa, che al termine dell'udienza si è intrattenuto con i partecipanti stringendo la mano anche a Ramadan, ha inoltre auspicato che le varie occasioni di dialogo non siano "limitate a piccoli gruppi di esperti e tecnici, ma passino al servizio di tutti, per portare frutto nella vita di tutti i giorni". Benedetto XVI ha anche affermato che cattolici e islamici, "adorando un unico Dio" devono "mostrare insieme, con il reciproco rispetto e solidarietà, che si considerano membri di una sola famiglia", la famiglia umana creata da Dio. E questo anche se "siamo consapevoli che come musulmani e cristiani abbiamo diversi approcci sugli argomenti riguardanti Dio".

(REPUBBLICA.IT - 6 novembre 2008)

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