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Hugo de Payens.... italiano?

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2009 06:24
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02/02/2009 14:31

Salve a tutti,

raccolgo in questo spazio un ulteriore approfondimento in merito ad uno degli argomenti accennati durante la nostra Conferenza del 24 Gennaio scorso.

Come vi ricorderete non abbiamo mancato di evidenziare il crescente interesse di alcuni appassionati verso la teoria dell'Italianità del fondatore dei Templari: Hugo de Payens. Nonostante le molteplici fonti che attestano la natura gallica di qust'ultimo ed in base ad i numerosi ragionamenti logici relativi al suo legame con la buona terra di Francia, si continua a dare spazio ad assurde elucubrazioni in vista probabilmente dello scoop voyegeriano. In realtà, come ho sempre evidenziato, l'eventuale italianità di Hugo, se provata, mi darebbe molta gioia, ma purtroppo bisogna ragionare con le fonti e non con la sola deduzione (quest'ultima anche palesemente fallace). In ogni caso vi copio un intervento di un mio carissimo amico sull'argomento che vi darà maggiori dettagli in merito.

Da qualche tempo assistiamo ad accese discussioni riguardanti una presunta origine italica del fondatore, nonchè primo maestro, dei Poveri Commilitoni di Cristo.
Per la verità, tali dissertazioni appaiono piuttosto sterili, in ragione dell’assenza di validi documenti sui quali incentrare un dibattito serio ed equilibrato.

Gli sparuti sostenitori dell’italianità di Hugo di Payns, da essi ribattezzato Hugone dei Pagani, ancorano i propri convincimenti alle affermazioni riportate nel testo "L'armi overo insegne dei nobili, scritte dal signor Filiberto Campanile, ove sono i discorsi d’alcune famiglie nobili, così spente come vive del Regno di Napoli (in Napoli nella stamperia di Tarquinio Longo. 1610)".

Lo storico seicentesco Filiberto Campanile sosteneva infatti che Hugo fosse nato a Nocera dei Pagani, in Campania, e discendesse da un certo Albertino di Bretagna; teoria che verrà successivamente ripresa da Marco Antonio Guarini (che lo suppose addirittura sepolto a Ferrara nella chiesa di San Giacomo), mentre, qualche decennio più tardi, il canonico piacentino Pietro Maria Campi affermerà invece che Hugo fosse nativo di Piacenza.

Il principale elemento di supporto all’ipotesi sopra citata consiste in una lettera del 1103, che sarebbe stata inviata da Hugone dei Pagani a suo zio Leonardo Amarelli di Rossano Calabro per comunicargli la morte del figlio Alessandro avvenuta in Terra Santa. Ma il documento in questione, contenuto in un volume manoscritto dal titolo "Libro nel quale si mostra la nobiltà dell'antica fameglia Amarelli", non è altro che una traduzione in copia del 1469, con autentica notarile del 1617.
Domanda: come poteva il notaio verificare che la copia fosse conforme all’originale del XII secolo?

Naturalmente, per chi si occupa di storia templare in modo serio, una testimonianza del genere non può essere considerata una prova credibile.

In ogni caso, escludendo di proposito tutto lo sciame degli odierni “Indiana Jones”, il primo studioso contemporaneo ad occuparsi dell’argomento è stato il prof. Domenico Rotundo nel suo "Templari, misteri e cattedrali" del 1983, per cui la questione è conosciuta da anni e non vi è alcun bisogno di riproporla ogni volta come una scoperta clamorosa.

Pur nell’auspicio di eventuali conferme in merito, è necessario, nel frattempo, attenersi a quanto sino ad oggi evidenziato dalla storiografia ufficiale.
La tesi correntemente accettata circa l’origine francese del primo maestro è non soltanto univocamente promossa da tutti i maggiori esperti di storia templare, ma fonda le proprie ragioni sui resoconti di diversi cronisti dell’epoca.
Noi aggiungiamo pure che tale opinione trova adeguato conforto nel buon senso, ma soprattutto in una serie di circostanze che fanno da cornice ai principali avvenimenti.

Ad esempio, sappiamo che Hugo di Payns aveva già svolto incarichi per il Conte di Champagne (il quale, guarda caso, si unirà alla milizia templare) e che partecipò alla Crociata tra le fila dei cavalieri francesi.
E non fu nemmeno una coincidenza se nel 1127 il magister Hugo decise di inviare in Francia Andrea di Montbard, insieme al confratello Gondemar. La missione, oltre che a reclutare nuovi cavalieri, non era forse finalizzata ad ottenere l’interessamento alla causa templare da parte di un certo Bernardo di Clairvaux ? Se Hugo era campano, perchè non rivolgersi ad amici prelati italiani?

E che dire del legame tra il Conte di Champagne e lo stesso Bernardo di Clairvaux?

Come mai Andrea di Montbard, nobile francese (e zio materno di Bernardo), si trova anch’egli a far parte del gruppo originario di Templari?

E come mai le provenienze dei maggiori protagonisti dell’avvio e dello sviluppo dell’impresa templare risultano tutte riconducibili a ben determinate zone della Francia?

Per quale ragione si decise di celebrare il famoso concilio proprio a Troyes? L’elenco dei religiosi presenti, dice niente?

Ed infine, per quale motivo, alla morte di Hugo, la guida dei Templari passò nelle mani del francese Robert de Craon?

A tutte queste considerazioni i supporters della tesi “italiana” non sanno rispondere.
Non solo: devono ancora mettersi d’accordo se Hugo sia nativo di Nocera/Pagani o di Forenza.



(prossimamente maggiori dettagli)




[Modificato da Ashmadaeva 02/02/2009 14:35]

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02/02/2009 15:37

sono convinto che de payns era francese,anche xchè documenti che dimostrano l'italianità non esistono.ma mi domando cosa facevano dei monaci che provenivano dalla calabria con lui al concilio di troyes?
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02/02/2009 15:45

Re:
fernando da napoli, 02/02/2009 15.37:

sono convinto che de payns era francese,anche xchè documenti che dimostrano l'italianità non esistono.ma mi domando cosa facevano dei monaci che provenivano dalla calabria con lui al concilio di troyes?



Perdonami Fernando,

posso chiederti da dove hai appreso la fonte in merito alla presenza di Monaci calabresi al Consilio di Troyes?


Roberto



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02/02/2009 15:47

Salve a tutti.

L'argomento è dilagante, e purtroppo trattato nella maggior parte delle volte in maniera abbastanza pedestre. Oltre che sul documento del XVII secolo che, come già spiegato, non può essere adatto a supportare una tesi per l'impossibilità di essere provato come autentico, mi vorrei soffermare sul ragionamento "logico" che Roberto ha suggerito, per capire come mai Hugone avrebbe dovuto cercare cavalieri in Francia pur essendo italiano.

Mi è stata data risposta in altra sede che la Francia era, all'epoca, una realtà potentissima, e per questo motivo il nostro Hugone de Pagani preferì la terra gallica a quella italica per il reclutamento cavalieri e adepti. Ma, mi chiedo, l'Italia dell'epoca era davvero da scartare?

Contemporaneamente ai primi fenomeni crociati, gli Altavilla davano gli ultimi colpi ai baluardi bizantini (Bari) e arabi in Sicilia (Taormina e Palermo) in quello che sarebbe divenuto il loro regno, configuratosi già da subito come potente e florido. Grazie all'abilissima politica matrimoniale dei normanni, il Regno di Sicilia si era assicurato la parentela con la casata degli Aleramici piemontesi (Adelaide Aleramici terza moglie di Ruggero Gran Conte) e con numerose famiglie in vista dell'Europa del tardo XI secolo. La ferocia e la validità in battaglia di questi avventurieri era nota; proprio la famiglia degli Altavilla diede all'esercito crociato dei "baroni" due tra i più valenti e sanguinosi condottieri che l'oriente islamico ricordi, Boemondo d'Altavilla (divenuto Boemondo d'Antiochia) e Tancredi d'Altavilla, che ereditò il principato conquistato dallo zio Boemondo.
La fama del guerriero sarebbe stata tanto forte da renderlo protagonista della Gerusalemme Liberata di Tasso.

Ma d'altra parte pensare che un cavaliere normanno avesse mai avuto intenzione di intraprendere una carriera come quella Templare risulta di ostica credibilità: la dinastia normanna di Sicilia era reduce da un colpo strategico eccellente, dato che la Sicilia e l'Italia del Sud erano terre fertili e ricchissime; i guerrieri normanni avevano maturato, sin dalle loro origini da "vichinghi" un animo da conquistatori, da avventurieri alla ricerca di grandi ricchezze, e fu proprio quello che trovarono in Terrasanta. Prima che la dinastia normanna passasse agli standard di "reggenza illuminata e pacifica", tipica di sovrani quali Ruggero II e Guglielmo II il Buono ci sarebbero voluti anni, ed ancora lo spirito bellicoso di questo popolo non si era per nulla spento. Non è dunque un passaggio propriamente logico che un guerriero, galvanizzato dal "colpo di fortuna" avuto in Italia quanto in Terrasanta nella conquista di terre opulente e fruttuose, abbia preferito rinunciare a questo "ben di Dio" (perdonate l'espressione logora) per intraprendere un cammino di povertà e sacrificio quale era il cammino Templare. Ciò non esclude la possibilità che un SINGOLO CAVALIERE avesse potuto proporre tali spunti, ma rimane un'ipotesi messa fortemente in forse dalle argomentazioni che ho presentato, e comunque non comprovata da documenti o manoscritti che dimostrassero alcunché su tale possibilità.

Altresì è vero che il popolo Normanno di Sicilia aveva maturato una fede religiosa forte, già dallo scontro con Enrico IV a difesa del pontefice Gregorio VII in piena lotta per le investiture, con la conseguente "prigionia dorata" del Pontefice a Salerno fino alla sua morte. Grazie all'Apostolica Legatia il Re di Sicilia, ed in particolare Ruggero Gran Conte, messo alle strette Urbano II, aveva acquisito un potere pari al Legato Pontificio e massima autorità religiosa nel Regno dopo il Papa stesso; poteva nominare o revocare vescovi, e presiedere alle investiture.

In epilogo a questo lungo intervento, considero che, se davvero il fondatore dell'Ordine fu un Hugone de Pagani di origine italiana, proprio nel Sud dell'Italia avrebbe trovato il miglior luogo dove reclutare guerrieri forti e coraggiosi, governato da un sovrano la cui carica spirituale "acquisita" poteva fungere da efficiente tramite con il Pontefice stesso.

Ma ciò non accadde, ed il nostro bravo fondatore preferì cercare cavalieri in Francia, e mi riallaccio qui alla precedente risposta che mi è stata data in altra sede, secondo cui la Francia era una realtà potentissima e dunque miglior campo di ricerca di guerrieri. Come ho cercato di dimostrare, lo era anche l'Italia del Sud da cui dovrebbe avere i natali Hugone, e non v'è giustificazione sul perché il nato regno Normanno avrebbe dovuto esser stato snobbato nel "reclutamento possibili templari".
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02/02/2009 15:53

Sui Normanni italiani mi piacerebbe aprire ua sezione apposita appena possibile...

Roberto



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02/02/2009 21:17

con precisione non ricordo il testo del libro,ne avrò letti almeno una decina,ma visto che li sto rilegendo piano piano ci arrivo e ti farò sapere!!
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Post: 952
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03/02/2009 06:24

Ricordatevi sempre che quando si da una notizia "alternativa" o inusuale.... è sempre bene citare la fonte, altrimenti si arriva sempre nel generico " di dice che..."

Roberto

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