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Templari

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2008 10:50
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09/09/2008 11:20

L’Ordine del Tempio (1119-1307)



1. Conquista di Gerusalemme e nascita dell’Ordine del Tempio

Nel secolo XI l’espansione dei potentati islamici, in particolare dei turchi selgiuchidi, rende sempre più pericoloso il pellegrinaggio dei cristiani in Terrasanta. Dopo la riconquista dei Luoghi Santi grazie alla prima crociata (1096-1099) s’impone alla Cristianità il problema della difesa di Gerusalemme e della protezione dei pellegrini, esposti alla minaccia dei musulmani. Troppo spesso i crociati, adempiuto il loro voto, rientravano frettolosamente in Occidente, abbandonando a pochi cavalieri il difficile compito di consolidare il fragile edificio del nuovo Regno cristiano di Gerusalemme.

Perciò un gruppo di cavalieri, guidato da Ugo (1070 ca.-1136), originario di Payns, nella regione francese della Champagne, decide di consacrare la propria vita alla difesa dei pellegrini. Fra quanti iniziano il loro servizio fra il 1118 e il 1119 con il nome di Poveri Cavalieri di Cristo, pronunciando il loro voto nelle mani del patriarca di Gerusalemme, sono figure di spicco della nobiltà. Pochi anni dopo il re di Gerusalemme, Baldovino II (m. 1131), lascerà loro la sua residenza presso il Tempio di Salomone, e da allora verranno chiamati templari.

Nato come risposta a un grave problema della Cristianità, l’Ordine avverte presto l’esigenza di darsi una regola che guidi i cavalieri in modo preciso e che consenta il riconoscimento del loro carisma specifico da parte della Chiesa. Allo scopo nel 1127 Ugo di Payns, con cinque compagni, si reca a Roma per chiedere a Papa Onorio II (1124-1130) un riconoscimento ufficiale. Il 13 gennaio 1128 si riunisce a Troyes, in Francia, un concilio presieduto dal legato pontificio Matteo d’Albano (1085-1134), che approva la regola redatta da san Bernardo (1090-1153), abate di Clairvaux: i templari si configurano come un ordine religioso della Chiesa cattolica, composto monaci combattenti — che costituiscono il nerbo dell’Ordine e che sono distinti dal mantello bianco con la croce rossa —, da sacerdoti per l’assistenza spirituale e da sergenti con compiti logistici e di supporto. Il 29 marzo 1139 Papa Innocenzo II (1130-1143) promulga la bolla Omne datum optimum, che dà ai templari una serie di privilegi, fra cui l’esenzione dalla giurisdizione episcopale e dal pagamento delle decime. La rispondenza dell’Ordine a un’esigenza di vitale importanza per la Cristianità, sia d’Occidente che d’Oriente, favorisce un notevole afflusso di donazioni e di cavalieri.

Per definire la vocazione e la figura del templare negli anni 1130 san Bernardo compone un’esortazione dal titolo De laude novae militiae, che delinea la figura del religioso-cavaliere: "Questo cavaliere di Cristo è un crociato permanente, impegnato in un duplice combattimento: contro la carne e il sangue, contro le potenze spirituali nei cieli [...]. Ha rivestito il petto con la cotta di maglia, l’anima con l’armatura della fede. Munito di queste due difese non teme l’uomo né il demonio. Avanzate dunque con sicurezza, cavalieri, e scacciate davanti a voi, con cuore intrepido, i nemici della croce di Cristo: né la morte né la vita, ne siete sicuri, vi potranno separare dal suo amore [...]. Com’è glorioso il vostro ritorno da vincitori nel combattimento! Com’è felice la vostra morte da martiri in combattimento!".

L’epopea dell’Ordine

L’assolvimento dei propri compiti — soprattutto quello di garantire la sicurezza delle strade che portano dal mare a Gerusalemme — comporta il coinvolgimento dell’Ordine nella permanente conflittualità della Terrasanta. Un documento del 1132 attesta: "Non crediamo che i fedeli possano misconoscere che consolazione e che assistenza i cavalieri del Tempio diano agli indigeni, ai pellegrini, ai poveri e a quanti vogliono recarsi al Sepolcro del Signore". L’impegno è testimoniato anche dal numero di caduti, sia semplici cavalieri sia maestri dell’Ordine.

Nel 1138, dopo aver liberato Teqoa, caduta nelle mani dei turchi, i cavalieri del Tempio vengono tutti uccisi da costoro, ritornati in forze. Durante la seconda crociata (1147-1149), guidata da re Luigi VII di Francia Capetingio (1120 ca.-1180), nel giorno dell’Epifania del 1148 l’intero esercito cristiano, avventuratosi imprudentemente in una gola, viene salvato dai cavalieri agli ordini del futuro maestro Everardo di Barres (m. 1174), cui il re affida poi la sicurezza dell’intera spedizione. Da allora i templari s’affermano sempre più come riferimento imprescindibile di qualsiasi azione cristiana in Terrasanta e sviluppano un autonomo punto di vista sulla situazione, gestendo in prima persona anche vere e proprie relazioni diplomatiche con la parte avversa e guadagnandosi l’ostilità di forze che poi sarebbero state all’origine della loro rovina. Nel 1174 sale sul trono del Regno di Gerusalemme Baldovino IV (1160-1185), un ragazzo lebbroso, che in undici anni di regno non sarà mai sconfitto. L’episodio più rappresentativo di questo trionfo della fede sul meschino calcolo politico è la battaglia di Montgisard, dove il 22 novembre 1177 500 cavalieri cristiani, di cui 80 templari della guarnigione di Gaza, sconfiggono 30 mila mamelucchi di Saladino (1138-1193), sultano d’Egitto. Dopo questo felice periodo se ne apre uno oscuro, che culmina nella terribile sconfitta di Hattin, in Palestina, del 4 luglio 1187 — in cui i cavalieri cristiani sono annientati dalle forze di Saladino e viene catturato lo stesso maestro dell’Ordine Gerardo di Ridefort (m. 1189) con il nuovo re di Gerusalemme, Guido di Lusignano (1129-1194) — e nella caduta della Città Santa, il 2 ottobre successivo.

La tragica situazione della Terrasanta nel 1190 muove Filippo II Augusto Capetingio (1165-1233), re di Francia, ed Enrico II Plantageneto (1133-1189), re d’Inghilterra, a porre fine ai contrasti dinastici che li dividono e a farsi crociati per riconquistare i Luoghi Santi. Ma Gerusalemme viene restituita ai cristiani soltanto con il trattato di Giaffa, del 1229, concluso dall’imperatore Federico II di Hohenstaufen (1194-1250), allora scomunicato, nel tentativo di risollevare il proprio prestigio; ma sono lasciate ai turchi alcune aree, fra cui il Tempio di Salomone e altri Luoghi Santi, e a condizione che la città non venga fortificata. Questa soluzione si rivela disastrosa dal momento che Gerusalemme viene più volte saccheggiata dai saraceni. Per vendicarsi dell’ostilità dei templari, Federico II assedia il loro castello di Acri, ma deve imbarcarsi frettolosamente, inseguito dalla popolazione in rivolta. Nel corso del decennio successivo i templari tornano in possesso della loro casa di Gerusalemme e tentano di fortificare la città, che però viene conquistata nel 1244 dai musulmani d’Egitto. Poco dopo lo stesso maestro del Tempio, Armando di Périgord (m. 1244), viene ucciso in battaglia presso Gaza. Da questo momento Gerusalemme può considerarsi definitivamente perduta. Nello stesso anno prende la croce il re di Francia Luigi IX il Santo Capetingio (1215-1270), che con grande valore, nonostante l’ostilità di Federico II, che informa i musulmani d’Egitto sui preparativi della crociata, riesce a mettere ordine nel Regno di Gerusalemme, cui garantisce dieci anni di pace. A causa delle insanabili contese intestine a sfondo commerciale fra le forze cristiane, il Regno si avvia però alla sua scomparsa.

L’ultimo atto è costituito dall’assedio di San Giovanni d’Acri, dove le poche forze cristiane, ritrovata una ormai militarmente inutile armonia, resistono eroicamente ai 220 mila uomini del sultano al-Ashraf Khalil (m. 1293), dal 5 aprile al 28 maggio 1291. Poiché la situazione è divenuta insostenibile, la popolazione viene imbarcata sotto la protezione dei templari, la cui resistenza è vinta solo violando due volte le condizioni di resa e riuscendo così a uccidere l’unico dignitario superstite, il maresciallo del Tempio Pietro di Sevry (m. 1291). Gli ultimi cavalieri, vista la perfidia del nemico, rinunciano a ogni trattativa e s’asserragliano nella torre del convento, che i mamelucchi faranno crollare venendone a loro volta schiacciati in duemila.



Il processo ai templari e la fine dell’Ordine

Il 13 ottobre 1307, all’alba, tutti i templari di Francia vengono arrestati nelle loro case per ordine di re Filippo IV il Bello Capetingio (1268-1314). L’accusa, contenuta in un libello redatto dal cancelliere del regno Guglielmo di Nogaret (1260 ca.-1313), parla di pratiche idolatriche e di sodomia.

Sono trascorsi sedici anni dalla caduta di San Giovanni d’Acri e mentre i governanti degli Stati cristiani, al di là di formali dichiarazioni d’intenti, non vogliono più occuparsi della crociata, l’Ordine continua a lavorare per prepararne una nuova. La prosperità economica dei templari diviene oggetto di grande invidia e, probabilmente, anche di notevoli esagerazioni, che saranno loro fatali. In questo clima di crepuscolo degl’ideali della Cristianità, per dare un’impressione di slancio riformatore si tenta di unificare gli Ordini militari, asseritamente per evitare inutili duplicazioni e sprechi di risorse; ma il maestro Jacques de Molay (1243 ca.-1314), in una memoria a Papa Bonifacio VIII (1295-1303), sottolinea la differenza di carismi fra i diversi Ordini e l’inopportunità di un tale provvedimento.

Dopo il fulmineo arresto in massa le fasi del processo, che doveva essere riservato all’autorità ecclesiastica e che viene invece condotto in gran parte, in spregio a ogni regola vigente, da funzionari del Regno di Francia, non portano ad alcuna conclusione, salvo le confessioni, spesso discordanti, dei cavalieri sottoposti a tortura. Nonostante le pressioni francesi nessun altro governante d’Europa aderisce alla persecuzione dell’Ordine, mentre il re di Francia s’affretta a impadronirsi di tutti i beni del Tempio. Dopo tre anni di continui abusi nei confronti dei templari detenuti, e nel timore che ulteriori dilazioni portino alla nascita di un movimento di efficace difesa dell’Ordine, l’11 maggio 1310 il concilio provinciale di Sens, presieduto dall’arcivescovo, Filippo di Marigny (1250 ca.-1316), di personale nomina regia, condanna a morte cinquantaquattro templari come eretici relapsi, cioè ricaduti, perché, dopo aver negato le accuse, avevano confessato sotto tortura. Il re chiede una condanna pontificia dell’Ordine, ma Papa Clemente V (1305-1314), benché politicamente in balìa del sovrano, si limita a decretarne lo scioglimento con la bolla Vox in excelso, del 22 marzo 1312, e a devolverne i beni, con la bolla Ad providam, del successivo 2 maggio, all’Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme e, nei regni iberici, agli ordini cavallereschi nazionali, che conducono la crociata contro i mori. Il 18 marzo 1314 si consuma l’ultimo atto della vicenda: alla proclamazione pubblica della sentenza di condanna alla prigione perpetua di Jacques de Molay e degli altri tre dignitari superstiti, il maestro del Tempio e Geoffroy de Charnay (m. 1314) affermano a gran voce, davanti a una gran folla, che la regola del Tempio era santa e cattolica, che tutte le confessioni erano state estorte sotto tortura e che nessuno aveva mai commesso le colpe loro attribuite. I due templari salgono sul rogo subito approntato come relapsi e muoiono con sereno coraggio, volgendo il viso verso la cattedrale di Notre-Dame.




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01/11/2008 14:06

Salve a tutti,

sono ancora ad imbattermi su diversi forum sulla discussione inerente l’italianità del primo fondatore dell’Ordine del tempio: Ugo de Payens.

Tesi apparentemente interessante e sarei il primo ad essere orgoglioso qualora fosse vera. Purtroppo quando vado a ribattere portando documentazioni serie al discorso vengo tacciato per NON storico e quindi non essendo addetto ai lavori, non posso essere né credibile né accreditato.

E’ strano però che a lanciare tali accuse e fregiandosi di appoggiare tali teorie siano personaggi anch’essi estranei al mondo accademico, come laureati in scienze politiche o avvocati/commercialisti… Ma tant’è…

Tornando invece alla questione pongo in evidenza le motivazioni per le quali non è possibile avallare seriamente la teoria dell’italianità del primo fondatore del Tempio. Per riassumere questa elucubrazione riporto fedelmente da un blog/sito la descrizione della tesi per poi commentarla:

“La ricerca storica attuale tende a confermare l'immagine dei Cavalieri Templari, attribuendo l’origine di questi ultimi alla Francia ed esattamente alla Champagne. Il suo primo Gran Maestro sarebbe un certo Hugues de Payen che importanti storici contemporanei, come Malcom Barber e Bulst-Thiele[1] hanno identificato in un certo Hugue de Peanz, un cavaliere della Champagne della corte del conte Hugo I° de Champagne. Sembrerebhiaro e risolto, almeno sotto questo profilo, se non fosse che alcuni altri documenti sostengono una tesi diversa, e cioè che il primo Gran Maestro dei Templari proveniva in realtà dal Sud Italia, era signore di Nocera e Forenza e si chiamava Hugo de Pagano. A sostenere ciò è uno storico Napoletano, Filiberto Campanile, vissuto agli inizi del 1600, una epoca nella quale l’Ordine Templare era già stato soppresso da 300 anni perché considerato eretico. Campanile è preciso e chiaro nella sua cronaca storica che parla della Famiglia Pagano. Egli sostiene di aver preso le informazioni da antichi documenti appartenenti alla regina di Napoli Giovanna I°, la famosa regina Angioina vissuta a metà del 1300 e morta strangolata. Purtroppo non è più possibile controllare la esistenza di questo documento perché l’intero archivio angioino di Napoli fu distrutto dai Tedeschi nel 1943. Tuttavia tutte le informazioni contenute nel documento sono state verificate e risultano rispondenti al vero. Uno studioso fancese, Menager, ha ritrovato alcuni atti di donazione del 1086 che confermano l’esistenza di un Pagano de Paganis signore di Forenza il quale con sua moglie Emma fecero donazioni alla Abbazia di Banzi, vicino Forenza, in Lucania. Da Pagano e sua moglie Emma sarebbe nato, attorno al 1070, Hugone. Scrive il Campanile “Ugone nell’anno 1117, sotto il pontificato di Gelasio II, passando in Gierusalem ivi con Gofredo di Santo Ademaro.... instituì l’ordine de’ Templari, e ne fu egli il primier Gran Maestro, com’anche confirmano Carlo Sigonio, Paulo Emilio, Volaterano & altri”. Il primo Gran Maestro dei Templari sarebbe dunque un cavaliere normanno proveniente dal Sud Italia. Ma tutto questo non coincide con quanto ricostruito dalla storia ufficiale, quindi gli storici dicono che si tratta di un falso. C’è da chiedersi “Perché Filiberto Campanile ha voluto scrivere un falso?” La risposta degli storici è “Per nobilitare la famiglia Pagano”. Ora, per chi ricorda un poco la storia dell’epoca nella quale visse Filiberto Campanile, il 1600, ricorderà anche che fu proprio in quel periodo che la Chiesa di Roma mandò al rogo il povero Giordano Bruno, il filosofo di Nola ritenuto eretico. Non sembra un poco azzardato dunque da parte di Filiberto Campanile andare a ripescare proprio il primo Gran maestro dei Templari, ossia il fondatore di quella che a quell’epoca era considerata una antica banda di eretici, per “nobilitare” la famiglia Pagano? Se si trattava di un falso, Filiberto poteva spaziare come voleva: perché complicarsi la vita con il primo Gran Maestro dei Templari? Tanto più che non si conosceva neanche che titolo nobiliare avesse Hugo de Pagano. Per conto mio, se fossi stato uno della Famiglia Pagano, mi sarei quantomeno preoccupato e avrei fatto sparire questa informazione falsa.”


Mi vien voglia quasi di desistere a discuterne vista la palese elucubrazione ma in riferimento alle molte email che mi sono arrivate mi sento in dovere di rispondere ufficialmente alla cosa.

Mi son sempre battuto affinché quando si parli di Storia, si possano sempre tenere ben presenti le fonti (analisi storica). Solo attraverso tale analisi su può stabilire la verità. Senza le fonti possiamo solo portare delle deduzioni, piu’ o meno forti e credibili, sul dato evento.

Ebbene la tesi in questione fa riferimento a questa fonte:

"A sostenere ciò è uno storico Napoletano, Filiberto Campanile, vissuto agli inizi del 1600, una epoca nella quale l’Ordine Templare era già stato soppresso da 300 anni perché considerato eretico. Campanile è preciso e chiaro nella sua cronaca storica che parla della Famiglia Pagano. Egli sostiene di aver preso le informazioni da antichi documenti appartenenti alla regina di Napoli Giovanna I°"

E prosegue:

“Purtroppo non è più possibile controllare la esistenza di questo documento perché l’intero archivio angioino di Napoli fu distrutto dai Tedeschi nel 1943”

Allora ci si prende per i fondelli??? Cioè mi dite che non c’è la fonte ma la Storia viene accreditata come vera? Un tipo del 1600 dichiara una cosa scritta in un documento che non esiste e fa riferimento ad un’omonimia possibilissima ma che non adduce ad alcuna verità oggettiva… e Voi mi parlate di Storia? Magari potrete riproporlo a Voyager oppure al Maurizio Costanzo Show, ma non venitemi a parlare di documentazioni per cortesia o di ricerca storica.

Mi spiace contraddirvi, ma questa insignificante fonte (non esistente) deve combattere con tesi molto piu’ accreditate come quella di Thiele, Demurger, Partner… e non per ultimo Cardini che fece fare una magra figura ai sostenitori di tale abominevole tesi non surrogata da alcuna prova ma solo da astratte deduzioni.

Amici miei lettori… come vedete la Verità trionfa sempre.

Non Nobis…

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02/11/2008 10:50

La discussione continua.... ed io ho risposto ancora.




Mi sembra Babele, le lingue si confondono a quanto vedo. Vediamo di ordinare la discussione, ma non lo faccio per lei ma per chi in questo momento vuole capirci qualcosa.

Prima dice che lei è l’autore di quel post identificato sul sito con l’Ing. Glinni, poi ora smentisce e dice che invece Lei è un’altra persona, un anonimo campano senza nome. Bene cominciamo dunque con l’educazione, visto che io ho sempre il coraggio di apparire con il mio nome e cognome e mi son sempre preso la responsabilità di ciò che andavo a dire in giro.

Vediamo se Lei fa altrettanto o si vuole nascondere dietro a un nick. E’ ben risaputo che io NON sono uno storico ma un semplice appassionato che ha letto tutto quello che era possibile leggere sui Templari da 15 anni a questa parte. Ho frequentato le “associazioni Neotemplari” dall’interno e quindi mi permetto di dare giudizi quando mi capita l’occasione, a torto o a ragione, ma non sta a lei dirmi da quale lato mi trovo. A quanto mi risulta, sia Glinni che Lei (se siete due persone diverse) non siete storici dei Templari, ma appassionati come me, quindi in questo momento giochiamo sullo stesso piano. Mi contraddica con prove concrete se le cose sono messe diversamente.

In merito “all’altra persona” alla quale fa riferimento mi lascia molto perplesso e la provocazione oltre ad essere infelice è alquanto sconsiderata. Posso avere mie teorie personali sia sui Templari che sui neotemplari, ma ho sempre combattuto da solo senza l’aiuto di nessuno. E’ questo deve essere chiaro.

Ma veniamo all’oggetto del post. Rifaccio un po’ di ordine prima che si venga ancora distratti da stupide accuse perdendo così il filo del discorso.

La vostra tesi (fatta da appassionati medievalisti) cerca di sovvertire le tesi attualmente accreditate dei vari Demurger, Barber, Bulst-Thiele, Bordonove, Partner, Frale, Cardini (solo per accennare ad alcuni degli storici mondiali piu’ accreditati.). Bene.

Quali sono le armi di questa “nuova teoria”?

“Purtroppo non è più possibile controllare la esistenza di questo documento perché l’intero archivio angioino di Napoli fu distrutto dai Tedeschi nel 1943”

Mancanza di documenti dunque. Un po’ difficile credo sia sostenere la vostra tesi con assoluta certezza, non trova? Non mi fraintenda, ritengo stimolante la cosa e come dicevo in altro post ne sarei molto orgoglioso se la cosa fosse reale e la invito ad insistere ed a portare solidi contributi. Avrei tanto piacere un giorno di essere nel torto…

Ma qualche volta anche il mio piccolo cervello da semplice appassionato mi fa arrivare ad alcune considerazioni in merito. Vede se la sua teoria fosse vera non mi spiego come mai tutto il centro organizzativo dell’Ordine del Tempio fosse realizzato nella Champagne con l’appoggio di abati francesi come il Maestro san Bernardo, oppure il concilio di Troyes, guarda caso fatto proprio nella stessa zona, ed il consistente numero dei primi cavalieri tutti francesi. Le rammento che il suo italiano Ugone spedì Andrea di Montbard in Francia, nel 1127, in cerca di reclute. Come mai non in Italia? Avrebbe avuto più facilità.

Quindi, se anche Lei volesse ribattere che non esistono documenti nemmeno sulla tesi francese, le ricordo che esistono le fonti e se permette, tra Campanile o Amarelli, e Guglielmo di Tiro e tutti gli altri, qualcuno che è certo meglio di Lei e di me preferisce questi ultimi, perchè coevi.

I monaci calabresi furono si protagonisti in terra santa ma con altro Ordine ed altra organizzazione che in questa sede mi pare inopportuno trattare.

Il confronto con l’Ordine Amalfitano al quale io sono legato particolarmente, non tiene. L’Ordine di Padre Gerardo Sasso ha avuto origine e sviluppo con gli Amalfitani per un lunghissimo periodo e solo in quella zona.

Un’ultima considerazione in merito alla presentazione in Vaticano. In quell’occasione non è stato l’OSMTJ ad essere invitato ma singole persone (in alcuni casi per raccomandazione politica). L’OSMTJ ci è entrato di riflesso ma non come invitato diretto. Tanto chi deve sapere sa.

Le posso assicurare che c’erano comunque alcuni veri Templari (ovviamente senza orpelli) che facevano onore alla causa in rappresentanza seria dell’Ordine.

Quindi caro Signore (spero avrà l’ardire di presentarsi) queste sono le mie personali considerazioni. Se ne vuole discutere senza offendere io sono qua, altrimenti sarò sempre qua a cercare di ostacolare blasfemie di ogni tipo con il mio breve ed umile sapere.

PS: mi permetta un’ultima considerazione. Credo sia difficile conciliare cultura bizantina e normanna, visto che questi ultimi hanno liberato l’Italia dai primi.

Non Nobis….


Roberto Cinquegrana


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