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Esicasmo e meditazione

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2008 12:37
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04/08/2008 20:06

L'Esicasmo (dal greco ἡσυχασμός hesychasmos, da ἡσυχία hesychia, calma, pace, tranquillità, assenza di preoccupazione) è una dottrina e pratica ascetica diffusa tra i monaci dell'Oriente cristiano fin dai tempi dei Padri del deserto (IV secolo).

Scopo dell'esicasmo è la ricerca della pace interiore, in unione con Dio e in armonia con il creato.

Divulgata da Evagrio Pontico (IV secolo) e da altri maestri spirituali tra cui nel VI secolo spicca San Giovanni Climaco autore della Scala del Paradiso, la pratica dell'esicasmo è ancora viva sul Monte Athos e in altri monasteri ortodossi. Sull'Athos essa ricevette un impulso decisivo dall'opera di Gregorio Palamas (morto nel 1359) e nei secoli successivi dagli scritti di teologi e mistici raccolti nella Filocalia.

Gli esicasti praticano la cosiddetta preghiera di Gesù o preghiera del cuore, che consiste nella ripetizione incessante della stessa formula, secondo il ritmo del respiro ("Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore" in greco Κύριε Ιησού Χριστέ, Yιέ Θεού ελέησον με τον αμαρτωλό). Tale preghiera - resa celebre dai Racconti di un pellegrino russo di un anonimo del XIX secolo, spesso compiuta con la testa reclinata sul petto, portò gli esicasti ad essere accusati dai loro avversari, in particolare dal monaco Barlaam ( XIV secolo), di praticare l'onfaloscopia, ossia la contemplazione del proprio ombelico.

Tale dottrina mistica provocò forti contrasti nell'impero bizantino intorno al XIV secolo d.c. Il contrasto, che ebbe anche implicazioni politiche, divise i capi religiosi dell'impero per almeno dieci anni (1341-1351 ca), contribuendo poi ad indebolirlo sul fronte turco.

Considerata come pienamente ortodossa da molti maestri e uomini di chiesa, tale pratica spirituale - che taluni paragonano a una forma di yoga cristiano - ha influenzato il rinnovamento monastico in tutto l'Oriente cristiano e in particolare nel mondo slavo.

fonte: it.wikipedia.org/wiki/Esicasmo

http://www.aquilabianca.org
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Post: 30
Sesso: Maschile
19/09/2008 12:37

In una sezione dedicata al cristianesimo, non mi pare fuori luogo ricordare anche spiritualita' cristiane poco conosciute, come l'esicasmo per esempio.

Si tratta di una tradizione mistica della Chiesa Ortodossa, che mi ha sempre affascinato tantissimo. Cio' che sorprende chi si avvicina per la prima volta a tale spiritualita' e' la sua impressionante vicinanza a certe tecniche di meditazione delle religioni orientali. Non staro' a descrivere l'esicasmo, visto che e' possibile trovare una definizione in tutte le enciclopedie, oppure al sito:
http://www.esicasmo.it/

Per accostarsi a tale spiritualita', almeno per tentarne di coglierne lo spirito rimando alla lettura del famoso Racconti di un pellegrino russo. Oppure si legga il libro: L'ESICASMO, di Jean-Yves Leloup, del quale si possono trovare alcune bellissime e significative pagine all'indirizzo:
http://www.esicasmo.certosini.info/padreserafino.htm


Per invogliare alla lettura, copio un paragrafo molto illuminante:


Meditare come una montagna


[...] Ciò non scoraggiò il giovane. Insistette... Allora il monaco gli disse: "Prima di parlare di preghiera del cuore, impara a meditare come una montagna..." e gli indicò un'enorme roccia. "Chiedile come fa a pregare. Poi torna da me".

Cominciò così per il giovane filosofo una vera iniziazione al metodo dell'orazione esicastica. La prima indicazione che gli venne data concerneva la stabilità.Un buon abbarbicamento al suolo. Effettivamente, il primo consiglio da darsi a chi vuole meditare non è di ordine spirituale, ma fisico: siediti.

Sedersi come una montagna vuol dire anche prendere peso: essere pesante di presenza. I primi giorni, il giovane faceva fatica a rimanere così, immobile, le gambe incrociate, il bacino leggermente più alto delle ginocchia (è in tale posizione che aveva trovato maggiore stabilità). Una mattina sentì realmente che cosa voleva dire "meditare come una montagna". Era là con tutto il suo peso, immobile. Silenzioso, sotto il sole, era una cosa sola con la montagna. La sua nozione del tempo era completamente cambiata. Le montagne hanno un altro tempo, un altro ritmo. Essere seduto come una montagna è avere l'eternità davanti a sé e l'atteggiamento giusto per colui che vuole entrare nella meditazione; sapere che c’é l'eternità dietro, dentro e davanti a sé. Prima di costruire una chiesa, doveva essere pietra, e su questa pietra (questa imperturbabile solidità della roccia) Dio poteva costruire la sua chiesa e del corpo dell'uomo fare il suo tempio. É così che comprendeva il senso della parola evangelica: "Tu sei pietra e su questa pietra edificherò la mia chiesa". Rimase così parecchie settimane. La cosa più dura era passare ore e ore "a far niente". Bisognava imparare di nuovo ad essere, semplicemente ad essere, senza scopo ne motivo. Meditare come una montagna era la meditazione stessa dell'Essere, "del semplice fatto di essere", prima di ogni pensiero, di ogni piacere e di ogni dolore.

Padre Serafino lo andava a trovare ogni giorno, condividendo con lui i suoi pomodori e qualche oliva. Malgrado questo regime così frugale, il giovane sembrava aver preso peso. La sua andatura era più tranquilla. Pareva che la montagna gli fosse entrata nella pelle. Sapeva prendere tempo, accogliere le stagioni, mantenersi tranquillo e silenzioso come una terra a volte arida e dura, ma anche, certe volte, come un versante di collina che attende il raccolto. Parimenti, meditare come una montagna aveva modificato il ritmo dei suoi pensieri. Aveva imparato a "vedere" senza giudicare, come se avesse dato a tutto ciò che cresce sulla montagna il "diritto di esistere". Un giorno, alcuni pellegrini, impressionati dalla qualità della sua presenza, scambiandolo per un monaco gli chiesero una benedizione. Egli non rispose, imperturbabile come la pietra. Avendolo saputo, la sera stessa Padre Serafino comincio a bastonarlo di santa ragione... Allora il giovane cominciò a lamentarsi. "Ti credevo diventato stupido come i ciottoli della strada... La meditazione esicastica ha il radicamento, stabilità della montagna, ma il suo fine non è di fare di te un ceppo morto bensì un uomo vivo".
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